Stanotte riflettevo su un fatto..
si, perchè ovviamente c'è chi di notte dorme e chi come me trova mille interessantissime cose da fare al posto di riposare. Tra queste c'è anche il riflettere. Tra le altre si trovano nell'ordine: lo spiluccare ogni tipologia di nefandezza dal frigo, guardare x l'ennesima volta il dvd preferito, giocare al pc, tormentare il gatto o il cane, fumare l'ennesima sigaretta e quant'altro.
Ma tornando alla mia riflessione profonda..mi chiedevo perchè mai tutte le cose piacevoli durino così poco. E non intendo solo quello che al volo vi è venuto in mente (hehe..anche "quello" però a volte è rapido in maniera disarmante) ma tipo: l'estate? Non dura troppo poco? Non fai in tempo a superare quella bastarda di prova costume per la quale hai rinunciato pure al filo d'olio sull'insalata che già ti si ripropina la temuta canottiera della salute che si insinua fin dentro le mutande!
E il giorno di riposo? Quando è stato l'ultimo giorno di riposo nel quale siete riusciti..non a riposarvi..ma a fare tutte le cose che vi eravate convinti di poter concludere? Troppo poco!!Dura troppo poco!
E il gelato? Le caramelle? La BIG BABOL!? Appena la scarti vieni investito dal profumo inebriante..la metti in bocca e credi che la masticherai per sempre..e invece manco un minuto e ti ritrovi con un ammasso immasticabile e tutt'altro che zuccherino..tipo come se stessi a masticà la gomma pane del liceo!
Per non parlare dei viaggi! Sono una grande sostenitrice del : "faccio un viaggio all'anno (se je la fo coi soldi...) ma almeno per 15 giorni!Sennò non ci vo per nulla! "Che vado a fa 7 giorni!? Due per andare e tornare due per abituarti all'idea dell'arrivo e della partenza e ti restano tre fantastici giorni per visitare tutto il paese...beh, certo ad avere i superpoteri ce la si farebbe pure.
Insomma rifletteteci pure voi.."La brevità delle cose piacevoli"...e poi ditemi se è meglio per me trovarmi un buon rimedio contro l'insonnia
Wanderlust
domenica 23 gennaio 2011
martedì 18 gennaio 2011
l'Era dei dinosauri
Oggi riflettevo sull'incredibile evoluzione della tecnologia da pochi anni a questa parte. E' entrata a far parte della nostra vita di tutti giorni un numero elevato di oggetti, arnesi ed elettrodomestico di ogni foggia e utilità. Ci pensate che i primi telefonini gsm sono del 1987? Sono 24 anni che è entrato nelle nostre vite! Eppure tanti ragazzi e bambini non sanno cosa vuol dire "aspettare" la chiamata a casa, o "lascia libero il telefono!" o ancora sentire la tasca dei calzoni pesante per i gettoni della cabina telefonica. Il cellulare è un oggetto talmente famigliare che anche i bambini che non sanno ancora parlare già sanno usarlo!!
Io ho quasi 35 anni eppure certe volte, parlando con un ventenne, mi sento un dinosauro. A scuola non avevo internet per fare le ricerche. Usavo l'enciclopedia da 30 volumi e le immagini le ritagliavo dalle riviste della mamma. E quante riviste dovevo sfogliare per trovare un'immagine inerente alla giraffa, ai greci o al medioevo?! Poi una volta scovata quella giusta la ritagliavo con le forbicine per le unghie (quelle con la punta tonda ce l'aveva solo chi aveva soldi da spendere inutilmente) e la incollavo su quaderno con la colla stick. Ma sapevo ancora cos'era la Coccoina!
E la lavastoviglie? Che meravigliosa invenzione quella.. Mi ricordo che prima del suo avvento finito il pasto si doveva subito fare i piatti ("sennò si incrostano!") ed era un rito al quale non si poteva scappare o rimandare. Appena dopo la mela ti avvicinavi al lavandino facevi le fumantine al sugo e detersivo..brr se non ti tornava su tutto era una fortuna.
Io addirittura ricordo la fase prima del telecomando. A casa avevamo una sola TV in bianco e nero che avrà avuto si e no 15". Era di plastica arancione (molto anni settanta),più profondo che alto, con l'antenna doppia attaccata sopra tipo le antennine delle farfalle e per girare i canali dovevi alzarti, andare vicino e girare una manopola nera che scattava su un canale diverso. Pazzesco, se ci penso adesso mi chiedo come fosse possibile non sclerare. Poi arrivò la TV nuova, grande, a colori. Sarà stata di 22 pollici ma a me sembrava il cinema. E poi i colori...mentre Papà la sintonizzava, nel fruscio bianco e nero, ogni tanto appariva un'immagine a colori e io saltavo di gioia gridando "GUARDA GUARDA! Guarda c'è il rosso!!". Bel momento.
E il CD? Sembra che non abbiamo avuto che lui da sempre..mentre quasi è già sorpassato dalle USB e dagli Hard Disk portatili. Eppure...eppure prima del CD qualcosa c'era..
Il floppy rigido, e prima quello morbido, e ancora prima la cassetta e la videocassetta, e i vinili. Mi ricordo che per riavvolgere la cassetta usavo una penna bic. La infilavo in uno dei due buchini e la facevo roteare come la raganella di legno. Così non usavo le pile del walkman. Non c'era mica IPod. Eeee..sono una nostalgica a volte.
Io ho quasi 35 anni eppure certe volte, parlando con un ventenne, mi sento un dinosauro. A scuola non avevo internet per fare le ricerche. Usavo l'enciclopedia da 30 volumi e le immagini le ritagliavo dalle riviste della mamma. E quante riviste dovevo sfogliare per trovare un'immagine inerente alla giraffa, ai greci o al medioevo?! Poi una volta scovata quella giusta la ritagliavo con le forbicine per le unghie (quelle con la punta tonda ce l'aveva solo chi aveva soldi da spendere inutilmente) e la incollavo su quaderno con la colla stick. Ma sapevo ancora cos'era la Coccoina!
E la lavastoviglie? Che meravigliosa invenzione quella.. Mi ricordo che prima del suo avvento finito il pasto si doveva subito fare i piatti ("sennò si incrostano!") ed era un rito al quale non si poteva scappare o rimandare. Appena dopo la mela ti avvicinavi al lavandino facevi le fumantine al sugo e detersivo..brr se non ti tornava su tutto era una fortuna.
Io addirittura ricordo la fase prima del telecomando. A casa avevamo una sola TV in bianco e nero che avrà avuto si e no 15". Era di plastica arancione (molto anni settanta),più profondo che alto, con l'antenna doppia attaccata sopra tipo le antennine delle farfalle e per girare i canali dovevi alzarti, andare vicino e girare una manopola nera che scattava su un canale diverso. Pazzesco, se ci penso adesso mi chiedo come fosse possibile non sclerare. Poi arrivò la TV nuova, grande, a colori. Sarà stata di 22 pollici ma a me sembrava il cinema. E poi i colori...mentre Papà la sintonizzava, nel fruscio bianco e nero, ogni tanto appariva un'immagine a colori e io saltavo di gioia gridando "GUARDA GUARDA! Guarda c'è il rosso!!". Bel momento.
E il CD? Sembra che non abbiamo avuto che lui da sempre..mentre quasi è già sorpassato dalle USB e dagli Hard Disk portatili. Eppure...eppure prima del CD qualcosa c'era..
Il floppy rigido, e prima quello morbido, e ancora prima la cassetta e la videocassetta, e i vinili. Mi ricordo che per riavvolgere la cassetta usavo una penna bic. La infilavo in uno dei due buchini e la facevo roteare come la raganella di legno. Così non usavo le pile del walkman. Non c'era mica IPod. Eeee..sono una nostalgica a volte.
sabato 15 gennaio 2011
Alzi la mano chi non ha mai pianto con una canzone.
E fu così che tutte le mani rimasero abbassate. Perché sono sicura che tutti, indistintamente uomini o donne, almeno una volta nella vita si sono trovati in quel magico e intimo momento dove la musica ti entra dentro e ti pervade fino a commuoverti. A volte la cosa ci coglie di sorpresa, magari in macchina mentre torniamo a casa dal lavoro, o mentre studiamo con una radiolina a farci compagnia. A volte ce lo siamo andati a cercare, come quando siamo tristi perché l'amore ci ha lasciato o siamo gasati per una bella giornata di sole...e allora chiediamo tacitamente alla musica di amplificare i nostri sentimenti. E Lei duttile ed esperta ci scivola sulla pelle, ci solletica le ciglia, ci soffia sulla nuca il brivido dell'emozione.
Mi sono trovata squassata dai singhiozzi per la forza delle note, col petto gonfio e teso quasi non riuscisse a trattenervi dentro l'anima. Alcune melodie sono come un torrente in piena e io quasi ne vengo soffocata. Pianoforti incalzanti, percussioni trascinanti, chitarre pungenti.
C'è una sonata per pianoforte nota con il nome di "Chiaro di luna" di Beethoven che puntualmente finisce per commuovermi...non ce la faccio, è più forte di me!
Ecco mi è venuta voglia di concedermi una dose di emozione pura..ora accendo il dvd, metto su un CD di Edvard Grieg e mi abbandono a visioni magiche e celtiche...il piccolo popolo mi accompagnerà nelle braccia di Morfeo.
Buonanotte mondo.
Mi sono trovata squassata dai singhiozzi per la forza delle note, col petto gonfio e teso quasi non riuscisse a trattenervi dentro l'anima. Alcune melodie sono come un torrente in piena e io quasi ne vengo soffocata. Pianoforti incalzanti, percussioni trascinanti, chitarre pungenti.
C'è una sonata per pianoforte nota con il nome di "Chiaro di luna" di Beethoven che puntualmente finisce per commuovermi...non ce la faccio, è più forte di me!
Ecco mi è venuta voglia di concedermi una dose di emozione pura..ora accendo il dvd, metto su un CD di Edvard Grieg e mi abbandono a visioni magiche e celtiche...il piccolo popolo mi accompagnerà nelle braccia di Morfeo.
Buonanotte mondo.
venerdì 14 gennaio 2011
La formica e Il filo d'erba
Da bambina abitavo in un attico al sesto piano in piena città. L'urbanizzazione mi circondava e mi avvolgeva come un abbraccio invadente. Forse non mi rendevo conto di quanto mi stesse stretto il cemento, ma di sicuro mi accorgevo di quanto mi mancasse la natura. Era nelle piccole cose di ogni giorno che la cercavo febbrilmente. E la trovavo. Sempre. Si, perché la natura non la puoi mica fuggire arrampicandoti a sei piani d'altezza o rintanandoti nella più grigia delle città! Lei silenziosa e discreta si fa strada comunque.
Sul mio terrazzo infatti la vita brulicava frenetica sotto gli occhi di chi la cercava con attenzione. E io la cercavo altroché!
File lunghissime di formichine lucenti che portavano orgogliose e tenaci carichi pesantissimi per le loro piccole tenaglie e io come una spia in incognito, nascosta ai loro occhi dalla mia gigantesca dimensione, le seguivo fino al buchino nel muro. Il portale segreto che conduceva al misterioso formicaio. Oh quanto mi sarebbe piaciuto essere piccola piccola come loro per poter visitare quel posto. La società perfetta. Tutte per una e una per tutte. Tutte lavorano alacremente per il bene comune, nessuno ruba, non si ammazzano tra di loro, non vogliono sempre di più e non hanno il denaro. La maledizione del mondo, il denaro.
Ma a me, bambina, piacevano soprattutto perché erano fortissime e mi chiedevo come avessero fatto ad arrivare su fino al sesto piano..forse avevano un ascensore formichino che correva su e giù nelle grondaie! Non mi avrebbe stupito.
Sul davanzale poi c'erano delle creaturine minuscole davvero. Dovevi essere molto attento per scorgerle. Erano i ragnetti rossi, piccolissimi acari che correvano instancabili da una parte all'altra. Anche se non ho mai capito quale ne fosse lo scopo.
Ma il vero miracolo erano i fili d'erba.
Il mio terrazzo girava tutto intorno all'appartamento ed era totalmente pavimentato con delle mattonelle rossicce molto anni settanta. Nonostante fossero state posate molto bene c'era stato qualcosa che aveva vinto la forza del massetto. I fili d'erba. Non sapevo come ma dei teneri, delicati, indifesi fili d'erba si erano fatti strada tra il cemento e le mattonelle e spuntavano tenaci qua e la. Incredibile. Come aveva potuto un semino piccolissimo volare per il mondo e finire nel più spoglio e duro dei deserti e riuscire comunque a reclamare la sua fetta di vita!? Ci sarebbe riuscito un uomo?
Ricordo che una mattina mia madre voleva strapparli via tutti perché temeva che a lungo andare avrebbero sollevato e rotto le mattonelle. Mi feci letteralmente venire una crisi di pianto per costringerla a non farlo. Dopo quasi un'ora di pianti e sbattimenti di piedini raggiungemmo un accordo. Lei avrebbe lasciato lì le piantine e io mi sarei presa cura di loro finché non sarebbero cresciute un pochino e a quel punto le avremmo spiantate insieme senza romperle e le avremmo piantate in un vaso. Bellissimo!
Grazie Mà.
Sul mio terrazzo infatti la vita brulicava frenetica sotto gli occhi di chi la cercava con attenzione. E io la cercavo altroché!
File lunghissime di formichine lucenti che portavano orgogliose e tenaci carichi pesantissimi per le loro piccole tenaglie e io come una spia in incognito, nascosta ai loro occhi dalla mia gigantesca dimensione, le seguivo fino al buchino nel muro. Il portale segreto che conduceva al misterioso formicaio. Oh quanto mi sarebbe piaciuto essere piccola piccola come loro per poter visitare quel posto. La società perfetta. Tutte per una e una per tutte. Tutte lavorano alacremente per il bene comune, nessuno ruba, non si ammazzano tra di loro, non vogliono sempre di più e non hanno il denaro. La maledizione del mondo, il denaro.
Ma a me, bambina, piacevano soprattutto perché erano fortissime e mi chiedevo come avessero fatto ad arrivare su fino al sesto piano..forse avevano un ascensore formichino che correva su e giù nelle grondaie! Non mi avrebbe stupito.
Sul davanzale poi c'erano delle creaturine minuscole davvero. Dovevi essere molto attento per scorgerle. Erano i ragnetti rossi, piccolissimi acari che correvano instancabili da una parte all'altra. Anche se non ho mai capito quale ne fosse lo scopo.
Ma il vero miracolo erano i fili d'erba.
Il mio terrazzo girava tutto intorno all'appartamento ed era totalmente pavimentato con delle mattonelle rossicce molto anni settanta. Nonostante fossero state posate molto bene c'era stato qualcosa che aveva vinto la forza del massetto. I fili d'erba. Non sapevo come ma dei teneri, delicati, indifesi fili d'erba si erano fatti strada tra il cemento e le mattonelle e spuntavano tenaci qua e la. Incredibile. Come aveva potuto un semino piccolissimo volare per il mondo e finire nel più spoglio e duro dei deserti e riuscire comunque a reclamare la sua fetta di vita!? Ci sarebbe riuscito un uomo?
Ricordo che una mattina mia madre voleva strapparli via tutti perché temeva che a lungo andare avrebbero sollevato e rotto le mattonelle. Mi feci letteralmente venire una crisi di pianto per costringerla a non farlo. Dopo quasi un'ora di pianti e sbattimenti di piedini raggiungemmo un accordo. Lei avrebbe lasciato lì le piantine e io mi sarei presa cura di loro finché non sarebbero cresciute un pochino e a quel punto le avremmo spiantate insieme senza romperle e le avremmo piantate in un vaso. Bellissimo!
Grazie Mà.
giovedì 13 gennaio 2011
La dura vita delle adolescenti. I jeans.
Oggi riflettevo sull'importanza che hanno avuto i jeans durante l'adolescenza. Insomma erano uno status symbol, una maniera per fare parte del gruppo, una divisa che potevi indossare indiscriminatamente ovunque! A scuola, a casa, in chiesa, al supermercato, a spasso, ai matrimoni, la sera..ovunque! Non dovevi neppure pensarci a "che cosa mi metto"..loro erano li sulla spalliera della sedia, o più spesso per terra, ammiccanti e sorridenti. E tu ti sentivi sempre figa e a posto. Poi cresci e, oltre l'età, aumenta anche il punto vita. E muoiono i jeans e il loro irresistibile fascino. Il fascino jeansesco è inversamente proporzionale all'accumulo adipo-celluloso.
Mi ricordo da ragazzina, avrò avuto 17 anni, che una mia superfighissima compagna di classe mi diede da provare dei suoi jeans Levis dicendo che non le piacevano più e voleva rivenderseli. Era una triplice vantaggiosa offerta. Jeans firmati (utopia per me) a pochi spiccioli, della superfiga della classe e oltretutto attillatissimi. ATTILLATISSIMI.
Insomma erano una specie di muta da serpentessa supersexy!
Mi ricordo che forte dei miei 45 KG (bei ricordi..) tornai a casa gongolante e impaziente di infilarli per vedere come stavo. Mi chiusi in camera appena dopo mangiato (grande errore..), sfilai i miei jeans e tirai fuori dallo zaino gli gnoccajeans. Con un gesto fluido e svelto appuntai i piedi nelle due gambe e tirai su. Insomma, provai a tirarli su. Grande fu la mia delusione. Si bloccarono ostinatamente sulle cosce. Ma la mia di ostinazione nell'indossarli era ben superiore della loro! Così strinsi le chiappe e inzeppai le cosce nei jeans come si insacca il salame nel budello. Provai l'esperienza del cotechino. Ma mi consolavo, avevo sentito dire che alcune mettevano il borotalco sulle gambe per renderle più scivolose. O forse era per i pantaloni di pelle..
Ma la mia battaglia non era ancora finita. Dovevo chiudere bottone e zip. Prima provai a tirarla su con convinzione, se l'importante è crederci, e io ci credevo eccome, si sarebbe chiusa..in un lampo!
Invece dopo 10 tristissimi minuti ero ancora li. Solo un po' più sudata e con la faccia più nevrotica.
Cosi provai e riprovai a ritirare in dentro la pancia. Se ero riuscita a tirare in dentro le cosce..
Niente.
In un ultimo disperato tentativo mi stesi sul letto ritirai dentro tutto il tirabile e mandai in compressione massima pure l'anima. E...zip! La magia si operò. Si era chiusa!!!
Provai ad alzarmi dal letto e senza poter piegare il busto sembravo più una tartaruga rovesciata agonizzante. Perciò rotolai sul fianco e senza respirare troppo mi avvicinai allo specchio. Ohhhhh..ero bellissima! Sembravo una modella! Sembravo la mia amica superfiga! ..Sembravo una tartaruga agonizzante arrotolata nel cotechino con problemi respiratori cronici!!
Santo Dio ma chi era il maniaco pervertito che aveva inventato una macchina di morte lenta e diabolica camuffandola da indumento fashion?? Ma il signor Levis era un pazzo sessista volto alla sofferenze legalizzata delle donne!
Ci ho messo molto meno a toglierli (si fa per dire..).
Mi ricordo da ragazzina, avrò avuto 17 anni, che una mia superfighissima compagna di classe mi diede da provare dei suoi jeans Levis dicendo che non le piacevano più e voleva rivenderseli. Era una triplice vantaggiosa offerta. Jeans firmati (utopia per me) a pochi spiccioli, della superfiga della classe e oltretutto attillatissimi. ATTILLATISSIMI.
Insomma erano una specie di muta da serpentessa supersexy!
Mi ricordo che forte dei miei 45 KG (bei ricordi..) tornai a casa gongolante e impaziente di infilarli per vedere come stavo. Mi chiusi in camera appena dopo mangiato (grande errore..), sfilai i miei jeans e tirai fuori dallo zaino gli gnoccajeans. Con un gesto fluido e svelto appuntai i piedi nelle due gambe e tirai su. Insomma, provai a tirarli su. Grande fu la mia delusione. Si bloccarono ostinatamente sulle cosce. Ma la mia di ostinazione nell'indossarli era ben superiore della loro! Così strinsi le chiappe e inzeppai le cosce nei jeans come si insacca il salame nel budello. Provai l'esperienza del cotechino. Ma mi consolavo, avevo sentito dire che alcune mettevano il borotalco sulle gambe per renderle più scivolose. O forse era per i pantaloni di pelle..
Ma la mia battaglia non era ancora finita. Dovevo chiudere bottone e zip. Prima provai a tirarla su con convinzione, se l'importante è crederci, e io ci credevo eccome, si sarebbe chiusa..in un lampo!
Invece dopo 10 tristissimi minuti ero ancora li. Solo un po' più sudata e con la faccia più nevrotica.
Cosi provai e riprovai a ritirare in dentro la pancia. Se ero riuscita a tirare in dentro le cosce..
Niente.
In un ultimo disperato tentativo mi stesi sul letto ritirai dentro tutto il tirabile e mandai in compressione massima pure l'anima. E...zip! La magia si operò. Si era chiusa!!!
Provai ad alzarmi dal letto e senza poter piegare il busto sembravo più una tartaruga rovesciata agonizzante. Perciò rotolai sul fianco e senza respirare troppo mi avvicinai allo specchio. Ohhhhh..ero bellissima! Sembravo una modella! Sembravo la mia amica superfiga! ..Sembravo una tartaruga agonizzante arrotolata nel cotechino con problemi respiratori cronici!!
Santo Dio ma chi era il maniaco pervertito che aveva inventato una macchina di morte lenta e diabolica camuffandola da indumento fashion?? Ma il signor Levis era un pazzo sessista volto alla sofferenze legalizzata delle donne!
Ci ho messo molto meno a toglierli (si fa per dire..).
mercoledì 12 gennaio 2011
Che responsabilità!
Eeee..scrivere il primo post del tuo blog è come iniziare il quaderno nuovo della prima elementare. Sai già che lo osserverà la maestra valutandolo e poi la mamma, il papà, la nonna. E anche se, per non scoraggiarti, tutti davanti alle tue zampe di gallina storte diranno "Ma braaaaava! Ma come sei stata in gamba!" sotto sotto tu lo sai che quel quaderno è uno scandalo! Così ti rimetti giù, a cancellare, riscrivere e migliorare con la lingua di fuori serrata tra i denti per meritarti i complimenti. In effetti ho riscritto queste due righe già tipo tre volte..
Ma mi consolo. Forse col tempo imparerò a tessere trame avvincenti e discorsi intriganti come fanno i ragni con le loro magiche tele. Ma ci pensate alle ragnatele? Personalmente mi hanno sempre affascinato un sacco. Sembra quasi che la Natura stessa al mattino voglia fare un omaggio alla bravura del piccolo aracnide inanellandovi delle perle lucenti. Assolutamente magico. Anche per questo non ucciderei mai un ragno, ho troppo rispetto del suo genio.
Ma mi consolo. Forse col tempo imparerò a tessere trame avvincenti e discorsi intriganti come fanno i ragni con le loro magiche tele. Ma ci pensate alle ragnatele? Personalmente mi hanno sempre affascinato un sacco. Sembra quasi che la Natura stessa al mattino voglia fare un omaggio alla bravura del piccolo aracnide inanellandovi delle perle lucenti. Assolutamente magico. Anche per questo non ucciderei mai un ragno, ho troppo rispetto del suo genio.
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